La corteccia risparmia energia riducendo la precisione nel codificare

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVIII – 20 novembre 2021.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

L’elaborazione dell’informazione da parte del sistema nervoso centrale, e del cervello in particolare, è un processo che richiede un elevato dispendio energetico, ma siamo abituati a pensare che una restrizione delle risorse energetiche non interferisca sulla qualità dell’elaborazione. Questa convinzione si basa sulla comune esperienza della conservazione di lucidità mentale ed efficienza cognitiva nel digiuno protratto, e sulla nozione di un aumento del livello delle prestazioni intellettive nei giovani sottoposti a intensi sforzi di studio, dopo aver saltato i pasti, in quanto l’attività cerebrale, in particolare della corteccia, quando per bassa disponibilità di glucosio ematico è costretta a utilizzare gli acidi grassi tratti dalle riserve lipidiche, sembra migliorare l’apprendimento.

Ma queste esperienze, probabilmente in gran parte dovute allo sfruttamento di meccanismi di compenso, possono ingannare su quanto realmente accade e circa la possibilità che la restrizione di apporto alimentare, che ordinariamente induce, ad esempio, nella corteccia visiva risparmio di ATP mediante la riduzione di correnti attraverso i recettori AMPA del glutammato, causi effetti diretti sull’elaborazione dell’informazione. Tale possibilità è infatti oggetto di numerose indagini sperimentali.

Zahid Padamsey e colleghi dell’Università di Edimburgo hanno studiato la codifica dell’informazione e l’uso di energia nel cervello in condizione di deficit di apporto alimentare, mediante la registrazione dalla cellula nervosa intera e l’imaging bifotonico negli strati 2/3 della corteccia cerebrale di topo. Il risultato è di notevole interesse.

(Padamsey Z., et al., Neocortex saves energy by reducing coding precision during food scarcity. Neuron - Epub ahead of print doi:10.1016/j.neuron.2021.10.024, 2021).

La provenienza degli autori è la seguente: Centre for Discovery Brain Sciences, School of Biomedical Sciences, University of Edinburgh, Edinburgh (Regno Unito); Simons Initiative for the Developing Brain, University of Edinburgh, Edinburgh (Regno Unito).

Come si è già accennato, mediante registrazione W-CR (whole-cell recording) e imaging bifotonico, Zahid Padamsey, Nathalie L. Rochefort e colleghi hanno analizzato l’attività dei neuroni degli strati 2/3 della corteccia cerebrale dell’area visiva del topo dopo aver effettuato una restrizione dell’apporto alimentare: in queste condizioni hanno rilevato una riduzione della conduttanza nei recettori AMPA del glutammato, con la conseguente riduzione dell’uso dell’ATP sinaptico del 29%. In altri termini, si determina un risparmio di ATP, e dunque energetico, di circa un terzo rispetto al regime fisiologico in presenza di un’alimentazione sufficiente alle necessità metaboliche di base dell’organismo.

I parametri indicatori dell’eccitabilità neuronica indicavano una condizione funzionale preservata mediante un aumento compensatorio nella resistenza dell’input e un potenziale di riposo depolarizzato. In conseguenza di questo adattamento, i neuroni facevano registrare picchi di potenziali d’azione alle stesse frequenze dei topi di controllo con alimentazione normale, ma consumavano meno ATP per le correnti eccitatorie sottostanti.

Questa strategia di risparmio energetico aveva un costo, perché amplificava la variabilità delle risposte sottosoglia evocate dalla visione, portando a un 32% di estensione della sintonia di orientamento e invalidava la discriminazione visiva fine.

Questa riduzione nella precisione del processo di codifica era associata a livelli ridotti di leptina, l’ormone regolato dalla massa lipidica, e la sperimentazione di verifica ha dimostrato che somministrando supplementi di leptina esogena si otteneva un recupero della fisiologica codificazione precisa.

Nell’insieme i risultati di questo studio, per i cui dettagli tecnici si rinvia alla lettura integrale del testo dell’articolo originale, rivelano che lo stato metabolico dell’animale regola dinamicamente l’energia spesa per la precisione del processo di codifica nella neocorteccia. In altri termini, i neuroni della corteccia cerebrale, durante i periodi di scarsità di cibo che un animale affronta periodicamente negli ambienti naturali, e che possiamo accostare ai digiuni abituali e protratti delle persone anoressiche, riduce la precisione della codifica corticale, come fosse un lusso, per risparmiare energia da impiegare per i processi vitali.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-20 novembre 2021

www.brainmindlife.org

 

 

 

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